venerdì 3 giugno 2011

Nel vicentino sindaco esprime preferenza su profugo da ospitare, il parere di Zagbla



Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti: “Non è da biasimare il fatto che il primo cittadino voglia tutelare la sicurezza del suo piccolo paese”


Roma,– A Gallio, piccolo paese in provincia di Vicenza, il primo cittadino Pino Rossi, ha espresso le sue preferenze in merito alle caratteristiche del profugo che dovrebbe arrivare, a giorni, nel suo comune. Il sindaco ha infatti dichiarato che desidererebbe ospitare una persona giovane e di religione cristiana. La sua rimane comunque una proposta preferenziale, la scelta e la decisione ultima spetta alla prefettura di Vicenza. Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti, Emmanuel Zagbla, è intervenuto sulla questione con queste parole: “Ad un’attenta valutazione dei fatti, lungi dal tacciare il sindaco di atteggiamento razzista, non condivido appieno il suo provvedimento. La Costituzione italiana, attraverso il principio di uguaglianza, recita chiaramente che ‘tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Di primo acchito si potrebbe dunque ritenere anticostituzionale l’azione del sindaco Rossi”.
Questo suo atteggiamento è stato aspramente criticato da altri sindaci che hanno accusato Rossi di essere razzista e pieno di pregiudizi. Lui ha voluto mettere a tacere le polemiche chiarendo che, la sua scelta, è frutto di una serie di ragionamenti atti a favorire la più serena integrazione del profugo all’interno della comunità, inserendolo inoltre nel mondo del lavoro. Questo spiegherebbe la preferenza di una persona giovane.
“Alla luce di tanti episodi di violenza e vandalismo che, purtroppo, hanno visto coinvolti negli ultimi anni tanti immigrati - prosegue Zagbla -, non è da biasimare il fatto che il primo cittadino voglia tutelare la sicurezza del suo piccolo paese, conoscendo in anteprima il profugo e esprimendo la sua preferenza riguardo la religione di quest’ultimo. Non penso infatti che la sua richiesta fosse una pretesa - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro -, anche perché la parola finale spetta alla prefettura di Vicenza. Semplicemente ha manifestato la sua predilezione per una determinata tipologia caratteriale”.

mercoledì 27 aprile 2011

A Treviso ennesimo attacco Lega a gay, la replica di Zagbla


Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti: “Ogni coppia deve godere degli stessi diritti, a prescindere se sia eterosessuale o meno. Le parole del sindaco sono fuorvianti”



Sul manifesto pubblicitario dell’Ikea che ritrae due uomini mano nella mano vicino lo slogan ‘Siamo aperti a tutte le famiglie’, Gian Paolo Gobbo , sindaco legista di Treviso, ha espresso la sua posizione in riguardo alla questione dell’omosessualità. L’esponente del Carroccio ha dichiarato che multerebbe volentieri due uomini che si baciano in pubblico, poiché secondo lui è un comportamento indecoroso.

“Se le coppie cosiddette ‘normali’ possono baciarsi in piazza non vedo perché due uomini dovrebbero vergognarsi – commenta così le parole di Gobbo, Emmanuel Zagbla, responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti -. Ogni persona deve beneficiare delle medesime facoltà, a prescindere se sia eterosessuale o meno. Le parole del sindaco sono fuorvianti, ci sono dei diritti dei quali ogni essere umano deve poter godere”.

Secondo il primo cittadino trevisano ‘certe cose si fanno in situazioni private’ e proprio per questo nei giardinetti della città o nelle piazze, si sta arrivando all’esasperazione.

“A Treviso ci sono persone che fanno molto peggio di un bacio in piazza, che delinquono quotidianamente – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, quindi che il sindaco si preoccupi di ristabilire questo genere di decoro. Non si può condannare un omosessuale se da un bacio in pubblico al proprio compagno, è limitare l’esercizio delle libertà personali. Ovviamente sono atteggiamenti che, come per una coppia eterosessuale, devono manifestarsi decorosamente ma che nessuno può impedire o addirittura multare”.

giovedì 3 marzo 2011

A Vicenza Garibaldi condannato al rogo, per Zagbla un vilipendio


Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti condanna l’episodio avvenuto all’esterno di una discoteca sabato scorso quando
è stato dato alle fiamme un fantoccio con scritto “l’eroe degli immondi”


Venezia – “Garibaldi è una delle personalità che hanno fatto grande l’Italia, chi ne infanga la memoria non merita di essere italiano”. Ferme e decise le parole del responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti, Emmanuel Zagbla, che condanna il rogo al fantoccio di Garibaldi, verificatosi sabato scorso all’ingresso di una discoteca di Vicenza. L’episodio ha spaccato l’opinione pubblica, tra chi lo considera una goliardata e quelli che l’hanno letto come l’ennesima provocazione leghista al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.
“Anche se sono di origine straniera – afferma Zagbla – condivido un sentimento di patriottismo verso l’Italia. Considero Giuseppe Garibaldi un esempio da seguire, come Giovanni Falcone o come il presidente Sandro Pertini, tutti personaggi – sottolinea - che hanno contribuito a fare grande questo paese”. Il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro condanna senza appello il fuoco appiccato al fantoccio in camicia rossa, con appeso al collo il cartello con la scritta “l’eroe degli immondi”.
“Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia dovrebbero spingere a prendere esempio da questi grandi personaggi”, incalza Zagbla, che non risparmia parole dure: “Dare alle fiamme un fantoccio di Garibaldi è un atto di vilipendio nei confronti della nostra Repubblica, chi si rende protagonista di simili azioni non merita di essere italiano”.

lunedì 24 gennaio 2011

Zagbla su arresto consigliere Lega per sfruttamento prostituzione


Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti : “Soprattutto quando una persona rappresenta le istituzioni, come un politico, dovrebbe guardarsi intorno prima di puntare il dito contro gli immigrati”

Vicenza – Alessandro Costa, consigliere comunale di Barbarano, in provincia di Vicenza, è stato arrestato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’ex assessore alla sicurezza, militante, ora espulso, della Lega nord, gestiva un sito di annunci e incontri pornografici guadagnando grosse somme di denaro attraverso la promozione, tra gli altri, di escort e trans. “In merito all’arresto di questo esponente politico appartenente ad un’area che fa della lotta all’illecito la propria bandiera, - interviene Emmanuel Zagbla, responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti – ritengo sia necessaria una grande riflessione, generale, sulla questione della legalità. Questa vicenda dimostra, nei fatti, che nessun partito politico è immune da coinvolgimento in atti riguardanti il problema della prostituzione. Noi, come Italia dei Diritti, per prima cosa, invitiamo gli esponenti dei partiti, nella fattispecie la Lega, a misurare i toni in merito delle accuse rivolte agli immigrati, in quanto nessuno potrà mai dire che gli stessi, sono venuti in Italia soltanto per delinquere o per compiere reati di prostituzione. Deve esserci una moralità generale, non di parte. Soprattutto – prosegue Zagbla - quando una persona rappresenta le istituzioni, come un politico, dovrebbe guardarsi intorno prima di puntare il dito contro gli stranieri, immigrati, che devono spesso confrontarsi con problemi legati alla discriminazione e con non poche privazioni”.

Il trentottenne Costa già nel registro degli indagati dal 18 agosto accusato dei medesimi reati, è ora in carcere a Padova, gli viene contestata anche l’accusa di aver organizzato festini a luci rosse e incontri a pagamento tra inserzioniste o escort e professionisti veneti. L’ex militante del Carroccio è stato sorpreso in flagranza di reato mentre riceveva il denaro da un procacciatore della sua rete.

“Pur non giustificando chi compie il reato della prostituzione – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - riteniamo sia necessario innanzitutto valutare cosa spinge, in misura maggiore le immigrate, a sopportare l'essere costrette a dedicarsi ad una attività che in Italia è illegale. In conclusione mi auguro che Costa sia pulito e che non abbia commesso i reati a lui imputati. Contrariamente sarebbe da preoccuparsi, proprio perché compiuti da un rappresentante che della legalità fa bandiera politica. Se lo fa un uomo pubblico, - chiosa Zagbla - figuriamoci quelle poverette che arrivano in Italia con la promessa di un lavoro e finiscono, oppresse, sulle strade”.